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Una coppia di genitori cammina insieme a un bambino lungo un sentiero nel bosco, tenendolo per mano: simbolo di collaborazione e continuità familiare anche dopo la separazione.
20 Ottobre 2025

Una storia comune

Luca e Martina stanno insieme da quindici anni. Si sono conosciuti all’università, hanno costruito una famiglia, due figlie, una quotidianità fatta di scuola, lavoro, impegni, vacanze sempre troppo brevi.
Poi, come spesso accade, la distanza emotiva cresce silenziosa. Le parole si fanno poche, i gesti automatici, il dialogo si trasforma in tensione, insomma alla fine decidono, tra mille dubbi e una buona dose di sofferenza, di non voler più stare insieme.
Come la maggior parte delle coppie, il primo pensiero è rivolgersi a un legale, ognuno il proprio.
E’ un momento carico di emozioni, rabbia, delusione, paura di perdere qualcosa, di far soffrire le bambine.
Ma in questo caso, uno dei due avvocati ha uno sguardo diverso. Parla loro di un percorso di mediazione familiare, suggerendo di rivolgersi a una mediatrice di fiducia, una professionista esperta nel gestire le separazioni.
Luca e Martina accettano non senza dubbi, non ne avevano mai sentito parlare e neppure entrando nello studio della mediatrice sanno esattamente cosa li aspetta.
Quello che scopriranno, passo dopo passo, è che esiste un modo diverso di separarsi: un modo che non cancella la famiglia, ma trasforma i legami.

Che cos’è la mediazione familiare

La mediazione familiare è un percorso volontario, riservato e non giudicante che accompagna le coppie in fase di separazione o divorzio.
È condotto da un mediatore familiare, un professionista formato e certificato, che aiuta le persone a comunicare, ascoltarsi e costruire accordi condivisi nel rispetto dei bisogni di tutti, in particolare dei figli.
Non si tratta di “convincere” la coppia a restare insieme, ma di permettere a ciascuno di ritrovare un modo per collaborare, anche dopo la fine del legame di coppia.

Cosa succede durante gli incontri

Il percorso si svolge in più incontri, generalmente  8/10, a cadenza quindicinale, e si struttura a grandi linee in alcune fasi:
- Accoglienza e ascolto;
- Esplorazione dei bisogni;
- Costruzione di accordi concreti;
- Formalizzazione degli accordi.

Il clima è neutro e protetto: nessuno giudica, nessuno impone. Il mediatore facilita il dialogo e la comprensione reciproca, aiutando la coppia a passare dal conflitto alla cooperazione.

Non è una terapia, non è un tribunale

È importante chiarire che la mediazione familiare non è una terapia di coppia, né un procedimento giudiziario.
Non serve a “riparare” la relazione, ma a riconfigurare il legame, soprattutto se ci sono figli.
E non sostituisce il lavoro degli avvocati, ma può affiancarlo: una coppia che arriva in mediazione può poi presentare gli accordi raggiunti in sede legale, con tempi e costi notevolmente ridotti.

A cosa serve la mediazione familiare

La mediazione familiare aiuta a:
- ridurre la conflittualità e il disagio emotivo;
- favorire una comunicazione più rispettosa e chiara;
- tutelare i figli e favorire la continuità del legame genitoriale;
- costruire accordi concreti e condivisi;
- risparmiare tempi, costi e stress legati al contenzioso legale;
- trasformare la crisi in un percorso di consapevolezza e crescita personale.

Il modello simbolico-relazionale

Nel modello simbolico-relazionale di Marzotto e Cigoli, la mediazione familiare non è solo uno strumento pratico, ma un processo trasformativo.
Il conflitto viene visto come un’occasione di rielaborazione simbolica del legame: ciò che “finisce” nella coppia coniugale può essere riformulato in una nuova forma di alleanza genitoriale.
Attraverso il racconto, l’ascolto e la comprensione dei significati personali e familiari, i genitori imparano a riconoscersi come madre e padre, anche se non più come compagni.
È una transizione relazionale profonda, che restituisce dignità, senso e continuità alla storia familiare.

Quando iniziare un percorso di mediazione

La mediazione familiare può essere intrapresa prima, durante o dopo la separazione, su iniziativa personale, su suggerimento degli avvocati, o anche su indicazione del giudice.

Dalla separazione alla collaborazione

Per Luca e Martina, il percorso di mediazione familiare non ha cancellato il dolore, ma ha permesso loro di trasformarlo in comprensione.
Hanno imparato che si può smettere di essere una coppia, ma restare una squadra come genitori.
Oggi riescono a parlarsi senza ferirsi, a prendere decisioni insieme, a condividere i momenti più importanti delle figlie con rispetto reciproco.
La mediazione familiare non promette di eliminare il conflitto, ma di renderlo narrabile e gestibile, restituendo alle persone la capacità di scegliere.

Se stai attraversando un momento di separazione e desideri capire se la mediazione familiare può aiutarti, puoi scrivermi, insieme valuteremo il percorso più adatto.